In
questi giorni ho riflettuto sul concetto d'inerzia. Ho pensato a
quante volte sia difficile scostarsi dal torpore, dall'immobilità,
come se si fosse prigionieri di un incantesimo che impedisce alla
mente e al corpo di agire, di far fluire l'energia.
Ci
si crede cristallizzati in uno stadio di impossibilità del fare,
intorpiditi da una sorta di apatia, ma è solo un'illusione
dell'essere statici. In realtà corpo e mente sono pronti per
mettersi in moto. Basta fornire loro l'opportunità di farlo.
La
parte più difficile è infatti iniziare, traslare il proprio stato
da immobile ad attivo. Per superare questo ostacolo spesso è
necessario un piccolo atto di coraggio e fiducia: un piccolo passo,
un altro ancora, un movimento leggero ma costante per sentire
circolare la vita in modo più dirompente dentro di sé.
Quando
inizio a correre temo sempre la fatica. In ogni uscita i primi minuti
sono quelli che detesto maggiormente. Il mio pensiero è sempre lo
stesso:oggi non sono in forma, non ce la farò. Poi i passi si
susseguono, aumenta il fiato e aumenta il ritmo, i muscoli si
scaldano e capisco che con il movimento il corpo ha vinto l'inerzia
ed è divenuto un corpo lanciato in avanti. Certo si avverte la
fatica dell'azione, ma non occorre compiere lo stesso sforzo
sopportato all'inizio. Ormai il fuoco è bello scoppiettante, non si è
più nella fase di accensione.
Così,
riflettevo, sono tutte le azioni che dobbiamo compiere per noi
stessi. Si dovrebbe sempre iniziare e poi rimanere in costante
movimento, non permettere mai alla fiamma di spegnersi e vincere una
volta per tutte l'inerzia.
Movimento
genera movimento. Movimento genera energia e l'energia è vita.
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