venerdì 27 settembre 2013

Le ragioni della stanchezza

E poi arriva la stanchezza. Sì, quella che mostra l'aspetto sgradevole della situazione, che elenca minuziosamente tutti gli ostacoli, le difficoltà, gli svantaggi, addirittura i pericoli. Si è tentati di darle ascolto, posticipare, rallentare o peggio rinunciare. Sì, perché diciamolo, che senso ha andare avanti in questa ridicola competizione con se stessi? Calarsi ripetutamente in una condizione di affanno, di muscoli in tensione, con l'ansia di non farcela. Cercare gli stratagemmi mentali per dimenticare lo sforzo. Ripetersi come un mantra di controllare il respiro, di non allentare il ritmo, di non cedere fino a destinazione. Amare la parola stop. Ha senso? E poi che ragione ha quell'insensata felicità, quel ripercorrere come un sogno momenti di pura fatica con l'assurdo desiderio di riviverli al più presto, dicendo a se stessi "la prossima volta farò di più?" Non c'è una risposta, se non un po' di follia, ma quando arriva la stanchezza, sopraggiunge anche il giusto riposo che pone fine ad ogni questione.

mercoledì 25 settembre 2013

Avanzare

Avanzare, ignorare quello che è stato e non è più, mettere da parte ricordi ormai soffusi, dubbi irrisolti, punti di domanda nell'aria, in attesa di divenire certezze. Cercare nella fatica una sostituzione, una sorta di baratto, per dipanare i pensieri tenaci che rimbalzano continuamente, per non essere ignorati. Sospendersi in una dimensione temporanea per staccarsi da quello che fu, che ancora incombe, e affrontare il presente che richiede attenzione e cura. E quindi, trovare i limiti certi nel proprio corpo, saggiandone le possibilità, per sentirne il vigore e la debolezza, la concreta sofferenza, la sensibile percezione dei sensi. Ancorare con decisione se stessi all'oggi, all'ora, al singolo attuale secondo che si sta vivendo. Avanzare.

sabato 21 settembre 2013

Intimo autunno

Una folata di vento e via, la veste dell'estate raggiunge l'orizzonte, i suoi lembi volteggiano tra sprazzi di turchese e lentamente scemano. I campi gialli sorridono all'autunno, il sole tiepido scalda il viso con una carezza densa di tenerezza, mentre gli alberi scuotono dolcemente le fronde sbiadite di verde. Dolce autunno, promessa di tinte infuocate, di cieli bassi e turchesi, di malinconici tramonti, di piogge silenziose e nebbie rade. Stagione intima di ricordi color pastello, di poesie scritte e gettate, di abbracci appassionati, di canzoni che imbrogliano il presente, di vino novello e castagne, di occhi lucenti da guardare e un focolare che scalda dentro il cuore.  

lunedì 16 settembre 2013

La meta

Corri, corri, inspira ed espira. Lentamente. Senti l'ossigeno percorrerti l'anima. Corri e non far caso all'affanno. Corri, la meta è lontana! Corri, corri, è faticoso, il corpo è pesante, i polpacci sono dolenti, ma senti il cuore? E' meno gonfio. Corri, corri dai! Spingi avanti le gambe, il fiato è corto, vuoi fermarti, ma vai avanti, vai, accelera! Senti l'aria sul viso, fa un po' freddo ma il corpo è caldo. Corri, vai! Il terreno è subdolo, l'erba nasconde insidie, ma tu corri. Vai, vai non fermarti! La strada è lunga e solo la contrazione dei tuoi muscoli può colmare la distanza. Corri, vai, non rallentare, respira, stringi i pugni e vai. Quella è la tua meta, non voltarle le spalle. Vai, coraggio, non temere la fatica. Oggi ti porterà lontano. Corri, il respiro ora è ritmico, le gambe si sciolgono, aumenta il passo, riduci la distanza, scatta! Sei al traguardo. Inspira ed espira, guarda la destinazione, sei tenace, ce l'hai fatta.

mercoledì 11 settembre 2013

Movimento

Treno. Movimento nello spazio e nel tempo. Velocità. Io sono ferma ma mi sposto. Sono seduta. Gli alberi sfuggono con le case, le colline, i panni stesi, le altalene, i negozi. La strada corre. Sono in un non luogo, in una dimensione del pensiero che si lega alle immagini sfocate che si susseguono nel viaggio. Attesa.
Corro. Progressione, accelerazione, affanno, sforzo. E' il mio corpo che si muove e io mi sposto. Io sono il mio corpo. La strada corre con me. Sono in un luogo che mi assimila mentre lo raggiungo, divento paesaggio. Piedi e terra, polmoni e ossigeno. Io sono il movimento.  

martedì 10 settembre 2013

Il grigio

Il dolore è il grigio dell'arcobaleno, sembra un cielo d'inverno che non si tinge mai di azzurro e che non si ha voglia di guardare, ignorato come la malinconica matita scartata dal bambino nel suo astuccio di scuola. Il dolore si combina a volte col rosa e involontariamente per qualche istante si ride di sollievo e la lacrima d'argento che pende sulle ciglia brilla diventando una stella che vola in alto superando le coltri delle nubi e sfuggendo agli sguardi. Ma forse non tutti sanno che si può salire su una lunga scala e una volta in cima spingere via le nuvole e tuffare la testa nel turchese dell'atmosfera. Si può prendere tanto fiato scendere ancora e ricordare a tutti quanto azzurro è nascosto dietro quelle gelide nubi e di tenerlo a mente quando del grigio non se ne può davvero più. E se in una giornata tinta bianco e nero le nuvole sono tanto dense e metalliche e lo spirito si china sconsolato e non ce la fa a raggiungere il ceruleo allora si possono indossare delle scarpette fatate che conducono dove i colori scorrono vivaci su piste d'arcobaleno. E i piedi sono così veloci che tutto intorno si tinge di tutte le gradazioni dell'universo e sembra di fluttuare tra petali sgargianti. E così il grigio farà meno dispiacere perché è amico di tutti i colori del mondo che compongono la nostra pista incantata e quando lo si incontrerà nuovamente si ricorderanno tutte le sfumature a cui era accompagnato.  

sabato 7 settembre 2013

Il tramonto

Al tramonto il sole si abbandona sciogliendo il suo oro nella culla delle montagne, la sua luce divampa e negli ultimi istanti indimenticabili del giorno illumina di rosso le rocce che acquistano regale fulgore. L'ombra delle cime si allunga nella valli e lentamente il cielo lascia intravedere la sera. Che struggente malinconia, quasi un dolore che rallenta il respiro. Il cuore del sole, così fulgido, non cessa di espandere luce fino all'ultimo istante, fino a che la notte lo rapisce. Vorrei essere vicino al giaciglio del sole, là dove il cielo esplode nelle sue sfumature di oro, rosso e viola e sentire se i bordi delle creste che lo accolgono acquistano in quei magnifici istanti la sua stessa sostanza. Vorrei avvicinarmi e accompagnare quello struggente abbandono e vedere se ogni raggio si liquefà in un lago dorato nascosto tra le rupi. Essere quindi lì accucciata nelle rive del sole addormentato e vegliare il suo sonno nella notte rischiarata dalla luce fredda delle stelle.

mercoledì 4 settembre 2013

Il premio più bello

Un tempo la corsa era un fatto solitario, una faccenda da sbrigare tra me, le mie gambe e i miei ingarbugliati pensieri. Oggi non è più così. Mentre negli ultimi mesi costruivo i muscoli, allenavo il cuore e consumavo litri di ossigeno per affrontare la mie “prime imprese chilometriche” ho ricevuto il premio più bello: la riscoperta dell'amicizia nell'aspetto più lieto, lieve e spensierato. Negli allenamenti, nelle risate rubate al fiato corto, nella ricerca del respiro che non si spezza, nella contemplazione di paesaggi che si spalancano di fronte i propri passi, nella voglia di correre insieme, nella solidarietà. L'anima diventa un soffio di vento quando si è con chi si sta bene, quando un sorriso si fa strada inconsapevolmente sul viso, quando c'è stima e gentilezza, quando c'è gioia. Forse è temporanea, dura un giorno, una stagione, forse è solo lo spirito di un bimbo giocoso che ci incanta per un po', ma quando è presente è una festa a cui non vorresti mancare.