Il
dolore è il grigio dell'arcobaleno, sembra un cielo d'inverno che
non si tinge mai di azzurro e che non si ha voglia di guardare,
ignorato come la malinconica matita scartata dal bambino nel suo
astuccio di scuola. Il dolore si combina a volte col rosa e
involontariamente per qualche istante si ride di sollievo e la
lacrima d'argento che pende sulle ciglia brilla diventando una stella
che vola in alto superando le coltri delle nubi e sfuggendo agli
sguardi. Ma forse non tutti sanno che si può salire su una lunga
scala e una volta in cima spingere via le nuvole e tuffare la testa
nel turchese dell'atmosfera. Si può prendere tanto fiato scendere
ancora e ricordare a tutti quanto azzurro è nascosto dietro
quelle gelide nubi e di tenerlo a mente quando del grigio non se ne
può davvero più. E se in una giornata tinta bianco e nero le nuvole
sono tanto dense e metalliche e lo spirito si china sconsolato e non
ce la fa a raggiungere il ceruleo allora si possono indossare delle
scarpette fatate che conducono dove i colori scorrono vivaci su piste
d'arcobaleno. E i piedi sono così veloci che tutto intorno si tinge
di tutte le gradazioni dell'universo e sembra di fluttuare tra petali
sgargianti. E così il grigio farà meno dispiacere perché è
amico di tutti i colori del mondo che compongono la nostra pista
incantata e quando lo si incontrerà nuovamente si ricorderanno tutte
le sfumature a cui era accompagnato.
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