Le nuvole scorrono veloci nel cielo: ombre grigie e bianche, pallide
vesti di fantasmi che scivolano sulla mia testa, si dissolvono, si
confondono, si ricompongono. Sprazzi di turchese lampeggiano tra il
ballo convulso di cumuli di vapore. Ed io qui, minuscola creatura
terrena, corro pestando i piedi contro l'asfalto caldo. Il mio corpo
è teso verso una destinazione indefinita vuole essere nell'aria,
scansare le nuvole e cercare la compagnia serena dell'azzurro. Corro
e mi tendo verso il vento che gioca col mio corpo, lo trascina lo
contrasta lo sferza dolcemente. Io corro e sono sorella delle nuvole,
il mio fiato grosso si scioglie, il dolore mi dà vita, io sono vita
e il sangue scorre fluido, i polmoni si riempono di cielo. Gli alberi
danzano nel vento e il verde dei prati colora i miei occhi. Il sudore
scende nella fronte ed io corro, i muscoli sono rigidi ed io procedo,
le gambe sono affaticate ed io vado avanti. Io corro e la malinconia
è caduta nell'asfalto. Il cielo è ora più alto, non lo raggiungo,
il sole è più caldo, mi acceca. Il mio corpo è stanco e la mia
mente è libera. Ora è tempo di tornare a casa.
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