mercoledì 12 febbraio 2014

Una sospensione tra terra e cielo


Sono passate alcune settimane dall'ultima volta che ho potuto correre.
Un'infiammazione al ginocchio ha interrotto i miei allenamenti e la corsa per il momento è una dimensione che non mi appartiene.
La osservo dall'esterno.
Spesso, in qualsiasi ora del giorno, mi accade di incrociare o veder sbucare dall'altro lato della strada un podista.
Non posso fare a meno per qualche istante di entrare nella sua “sfera”.
Avverto il suo fiato, lo sforzo della sua respirazione, la contrazione dei suoi muscoli e la sua fatica. Osservo il suo sguardo diritto, perso nel suo orizzonte personale.
Il runner procede verso una destinazione, un circuito, uno spazio fisico e temporale dove si svolge e si frammenta una ricerca per il superamento della sofferenza e il raggiungimento della sublimazione del corpo. Questi, allora, diventa un'armoniosa catena in movimento, che acquista velocità in perfetto sincrono con il respiro, la dinamica muscolare e la purificazione della mente.
É una condizione che può durare molti minuti o una manciata di secondi e a volte non la si raggiunge, ma è ad essa che mira ogni corridore: un volo frammentato, una sospensione tra terra e cielo contrastato dalla gravità, a sua volta impedita dalla volontà di avanzare e di essere liberi.

Questo è ciò avverto in ogni runner e questo è ciò che mi manca.

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