sabato 19 dicembre 2015

La corsa come una preghiera



A volte non corro per allenarmi. Mi camuffo da podista per cercare un rifugio in me stessa, nel mio spazio intimo, per abbandonarmi al mio respiro, lasciando che mi culli, mi conforti e plachi le mie emozioni. Quando la vita mi offre gli spigoli, che qualche volta pungono, e non so quale direzione prendere, o quando mi trovo nel vortice di situazioni difficili da affrontare, allora il bisogno di silenzio e di raccoglimento diventa straripante e correre simbolicamente mi offre una via di uscita. Sì, effettivamente potrebbe darmi l'illusione di scappare, di nascondermi, per non affrontare la responsabilità di un problema, ma in realtà è un andare lontano per tornare a casa diversa, più calma, posata e lucida. Allora la corsa diventa un viaggio di esplorazione e ricerca di me, di una soluzione, di una speranza, di un nuovo punto di vista. Correre nel suo procedere nasce come una meditazione e si trasforma in una profonda preghiera.

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