Il mio spirito è una
grotta ignota, inesplorata. Non dispongo delle sue risorse,
alcune le ho dimenticate, altre credo di non conoscerle affatto.
Quando corro si apre una via che dalle viscere del mio corpo mi
conduce ad una forza misteriosa. Nel procedere dei chilometri, nel
sapore amaro della fatica trovo i pezzi di mosaico della mia volontà.
Vorrei estrarli frammento per frammento e ricomporre un'immagine
chiara di un volto, che abbia la fierezza di uno sguardo che non
vacilla, di una fermezza intima che non si piega. Il mio nuovo volto.
Corro ed è
paradossalmente la sofferenza che mi conduce avanti sicura e
sfrontata. La fatica è un nucleo di energia attraverso cui io procedo
diritta incontro la mia anima, spalancando un varco verso l'audacia e
il coraggio. Solo correndo sento che posso farcela. E la fatica
ostile mi è amica, consumandola io vivo me stessa come non mai.
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